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- Un nuovo studio condotto dal gruppo di ricerca della Dott.ssa Valentina Serafin del Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze di Unimore, in collaborazione con la Dott.ssa Giulia Veltri dell’Istituto di Ricerca Pediatrica "Città della Speranza" di Padova, ha svelato importanti meccanismi biologici alla base della resistenza ai glucocorticoidi, farmaci fondamentali nel trattamento della leucemia linfoblastica acuta a cellule T (T-ALL) pediatrica.
- La resistenza ai glucocorticoidi rappresenta una delle principali sfide nella cura di questa malattia, poiché riduce l’efficacia delle terapie e peggiora la prognosi dei pazienti. Comprendere i processi molecolari che la determinano è quindi essenziale per sviluppare approcci terapeutici più mirati e personalizzati.
- Lo studio, pubblicato di recente sulla prestigiosa rivista Haematologica, ha approfondito il ruolo di una particolare famiglia di fattori di trascrizione, chiamati NFAT, già noti per la loro funzione nella regolazione della risposta immunitaria.
- I ricercatori hanno scoperto che, già al momento della diagnosi, i pazienti con T-ALL resistente ai glucocorticoidi presentano una ridotta attività del recettore dei glucocorticoidi, accompagnata da una marcata iperattivazione di NFATc1 e NFATc2. Questa alterazione crea un vero e proprio “blocco” che impedisce al trattamento con desametasone di esercitare la sua azione terapeutica.
- Attraverso esperimenti condotti su modelli cellulari e animali, il gruppo ha dimostrato che l’inibizione di NFATc1/c2 consente di ripristinare la normale attività del recettore dei glucocorticoidi e di ri-sensibilizzare le cellule leucemiche al trattamento, sia in vitro che in vivo. “L’identificazione dei fattori NFAT come regolatori chiave della resistenza ai glucocorticoidi rappresenta un passo avanti importante,” sottolinea la Dott.ssa Serafin. “Questi risultati aprono nuove prospettive per lo sviluppo di terapie mirate, non solo per la T-ALL, ma anche per altre malattie oncologiche o autoimmuni in cui i glucocorticoidi sono ampiamente utilizzati.”
- Il lavoro è stato realizzato grazie al sostegno di AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) e dell’Associazione Mantovana per la Ricerca sul Cancro (AMARICA), e si inserisce nelle linee di ricerca del gruppo diretto dalla Prof.ssa Marmiroli, dedicate allo studio dei meccanismi molecolari che regolano la risposta ai farmaci e la resistenza alla chemioterapia.
- Questa ricerca rappresenta un esempio virtuoso della sinergia tra Unimore e l’Istituto di Ricerca Pediatrica "Città della Speranza", una collaborazione che unisce competenze accademiche e clinico-sperimentali d’eccellenza per promuovere l’innovazione nella ricerca traslazionale e migliorare le prospettive di cura dei piccoli pazienti affetti da tumori ematologici.
- Per la lettura dello studio pubblicato
https://doi.org/10.3324/haematol.2025.287651
Data ultimo aggiornamento:
26/10/2025