
Un approccio innovativo alla comprensione dei tratti psicologici associati alla vulnerabilità alla schizofrenia è al centro dello studio condotto dal Dott. Pierfrancesco Sarti, Dottorando In Neuroscienze, in collaborazione con il gruppo di ricerca del Prof. Philipp Homan presso l’Ospedale Psichiatrico Universitario di Zurigo. I risultati, pubblicati sulla rivista Schizophrenia del gruppo Nature (https://www.nature.com/articles/s41537-025-00584-3) , offrono una nuova chiave di lettura per la valutazione della schizotipia, ponendo le basi per strumenti diagnostici e preventivi più sensibili e personalizzati.
Durante il suo periodo di ricerca a Zurigo, il Dott. Sarti ha analizzato due strumenti psicometrici ampiamente utilizzati per misurare i tratti schizotipici, ossia quelle caratteristiche di personalità che possono costituire un indicatore di rischio per lo sviluppo di disturbi dello spettro schizofrenico. Attraverso l’utilizzo dell’Exploratory Graph Analysis (EGA), una tecnica avanzata derivata dalla Network Analysis, lo studio ha evidenziato una struttura più complessa e aderente alla realtà psicologica dei soggetti, capace di integrare sia le dimensioni interne dei sintomi sia il contesto sociale e ambientale in cui essi si manifestano.
La Network Analysis si sta affermando come paradigma innovativo nello studio della psicopatologia: considera i disturbi mentali non come entità fisse e latenti, ma come sistemi dinamici di sintomi interconnessi. Questo modello teorico non solo supera le classificazioni categoriali tradizionali, ma apre anche nuove possibilità pratiche nell’identificazione di configurazioni cliniche complesse e soglie di vulnerabilità emergenti.
Tra i principali risultati dello studio:
• L’individuazione di un profilo sintomatologico, legato alla disconnessione interpersonale e a una percezione alterata della realtà, potenzialmente utile come marcatore precoce di rischio psicopatologico che fa da tramite tra i tratti positivi e disorganizzati.
• Il riconoscimento del contesto sociale percepito come fattore determinante nell’espressione dei tratti schizotipici, con importanti ricadute nella definizione di interventi clinici su misura.
I risultati ottenuti mettono in discussione una visione statica e unicamente fattoriale della schizotipia, proponendo invece un modello di rete dinamica in cui fattori psicologici e ambientali interagiscono costantemente. Tale prospettiva può contribuire allo sviluppo di nuove strategie di prevenzione, particolarmente rilevanti nelle fasi prodromiche della malattia.
Lo studio nasce da una collaborazione internazionale tra istituzioni accademiche e sanitarie, resa possibile grazie al sostegno della Prof.ssa Johanna M.C. Blom, docente di Psicobiologia e tutor di dottorato del Dott. Sarti. Il suo impegno ha favorito il dialogo scientifico tra le università coinvolte e ha posto le basi per futuri accordi di cooperazione accademica e mobilità nella ricerca.
Questa pubblicazione rappresenta un contributo significativo verso una psicopatologia più personalizzata, contestualizzata e culturalmente sensibile, e apre nuove prospettive per la comprensione e la gestione delle vulnerabilità psichiche oltre i confini delle etichette diagnostiche tradizionali.